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Arie di Sicilia è un progetto che nasce da un'esigenza di due artisti siciliani, Oriana Civile e Maurizio Curcio: far conoscere a un pubblico più ampio le tradizioni di un'isola meravigliosa in pieno, perenne e contraddittorio mutamento.

Il progetto prende le mosse dalla ricerca e dallo studio delle tradizioni musicali siciliane, nella loro essenzialità, attingendo alle svariate fonti disponibili, quali antiche trascrizioni, vecchie registrazioni, pubblicazioni editoriali e discografiche e quant'altro. La successiva comprensione della funzione e della contestualizzazione dei canti porta gli artisti ad una riproposta indirizzata ad un pubblico che non sia solo quello siciliano, ma piuttosto internazionale, allo scopo di diffondere e testimoniare una cultura che rischia inesorabilmente di scomparire.

Partendo dall'incisione della sola linea vocale (così come originariamente tali canti venivano eseguiti, ma consapevolmente filtrati dall'esperienza e la formazione di una giovane donna dei giorni nostri) si è proceduto all'arrangiamento, realizzato in modo minimale e senza alcuna volontà di contaminzione di genere, mirando a dare alle melodie un giusto e meritato risalto artistico-culturale.

La riproposta di brani di autori siciliani contemporanei, che nella realizzazione della loro opera hanno fatto proprio il retaggio delle tradizioni popolari, è una scelta puramente emozionale ed estetica che, però, vuole testimoniare una cultura ancora in piena evoluzione. Tali brani sono stati trattati alla stregua dei canti popolari, estrapolando la sola linea melodica, la struttura e il testo originali.

La collaborazione tra Oriana Civile e Maurizio Curcio si interrompe definitivamente nel 2016.

Estratto del concerto Arie di Sicilia alla serata inaugurale del IX Festival internazionale Voix de Femmes (Voci di Donne) al Manège de la Caserne Fonck di Liegi (Belgio)
Brani: O vui ch’un cori avistivu - Anciulu (di Giancarlo Parisi) - Lu jucaturi